«Con la sua sala operatoria attiva e funzionante, l’ospedale materno-infantile di Pujehun, in Sierra Leone, è diventato il centro di riferimento per le emergenze e i casi complicati sia pediatrici, ma soprattutto ostetrico-ginecologici. Più di 1.000 parti all’anno, dei quali almeno il 40% cesarei. Quanta umanità con la sua sofferenza, il suo dolore, la sua speranza, la sua gratitudine passa per questo scalcinato reparto. Un giorno arriva Isatu, trasferita da uno dei centri di salute della zona. È una donna con gravidanza a termine, non più giovane. È alla dodicesima gravidanza, tutti parti spontanei, solo 3 figli ancora vivi su 11». Di Isatu, che ora chiamano tutti Grand Mamà, ci racconta Alessandra, chirurgo del Cuamm. Senza un parto cesareo gestito da personale medico qualificato e con farmaci salvavita, come avviene nell’ospedale di Pujehun, la storia di Isatu, non avrebbe avuto lo stesso finale.
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